Diciamo subito una cosa. Le note di regia sono una cosa difficilissima. Sintetizzare quasi tre anni di lavoro in una pagina word è quanto più complicato mi sia mai capitato di fare. Partiamo dalle cose semplici che forse già conoscete: Smetto Quando Voglio – Masterclass è il secondo capitolo di una trilogia, ed è stato girato contemporaneamente (o back to back, come dicono quelli bravi) a Smetto Quando Voglio – Ad Honorem, che sarà il terzo e ultimo capitolo della saga.
Avevamo tutti in mente tante cose quando abbiamo scelto di ampliare l’universo di Smetto Quando Voglio con altri due film, e sono felice di quello che è venuto fuori: un inedito mix tra la commedia all’italiana nella sua accezione più classica e le trilogie americane della Marvel.
Era l’autunno del 2014 quando, per scherzare, in un’intervista a Londra parlai per la prima volta della trilogia di Smetto. Il film era all’apice del suo piccolo grande successo, e tutti mi chiedevano di un ipotetico “due”. I sequel, si sa, sono sempre qualcosa di spinoso. In Italia poi tendenzialmente vengono percepiti come un’operazione prendi i soldi e scappa, qualcosa da cui un regista, o un autore, dovrebbero stare lontani anni luce. Eppure qualcosa non mi tornava. La mia formazione cinematografica, come ho dichiarato un sacco di volte, è nata dalla visione di tutta una serie di film, sia italiani che americani, anni ’70, ’80 e ’90, che sono stati un po’ la mia scuola di cinema. Tra questi c’erano dei film che tutt’ora amo moltissimo come Terminator 2, Ghostbusters 2, la trilogia di Ritorno al Futuro, quella di Indiana Jones, Fantozzi, Amici miei. Molti di questi sono sequel, alcuni sono saghe, altri trilogie.
Ma la vera spinta a procedere è arrivata ancora una volta dall’estero: le proiezioni ai vari festival in giro per il mondo erano tutte sold out perché invase da ricercatori italiani tra i quali si era sparsa la voce di un film che li riguardava. Per questi ricercatori in esilio la società ha trovato un nome drammaticamente poetico: cervelli in fuga. Questa categoria era stata ignorata nel primo film, e il secondo capitolo della saga volevo parlasse anche di loro, una specie di dedica. Dico “anche” perché in effetti Smetto Quando Voglio – Masterclass parla di un sacco di cose, che ho voluto raccontare con il mio sguardo: i tempi in cui viviamo, il fatto che a volte non ci si prende abbastanza cura di alcune intelligenze, la voglia di riscatto. Ma è anche un omaggio al cinema d’azione americano di qualche anno fa, così come alla nostra “commedia all’italiana”, e a tutta una serie di meccanismi narrativi in cui forse, quelli della mia generazione, potrebbero riconoscersi. La saga di Smetto Quando Voglio è stato un viaggio lunghissimo e bellissimo. Una vera “epopea” che ha richiesto un anno e mezzo di scrittura, una lunghissima preparazione dedicata ad alcune sequenze che non avevano un precedente in Italia, e quasi venti settimane di riprese in giro per il mondo, oltre a mesi di post produzione, con oltre trecento persone che hanno lavorato gomito a gomito con un unico scopo. Farvi fare due risate.