Dopo aver letto tutto di un fiato la sceneggiatura, ho amato immediatamente e incondizionatamente “Moglie e Marito”, script propostomi da Matteo Rovere. Come un colpo di fulmine per una donna.
Allora ho subito riflettuto su come raccontare questa storia e ho pensato che due erano i possibili approcci al film: preparare a tavolino ogni singolo dettaglio, oppure tuffarmi e godermi il tuffo. Ho scelto la seconda strada, convinto che una grande libertà e un grandissimo divertimento sarebbero stati il traino ideale per questa pellicola.
A volte gli psicologi chiedono al paziente di raccontare un episodio dal punto di vista di qualcun altro facendolo parlare in prima persona, come se il paziente fosse davvero la persona di cui parla. La cosa sorprendente è che raccontando un episodio nel panni dell’altro, spesso si scoprono cose che prima non si erano mai neanche sospettate. Si realizza improvvisamente come si sia sentita l’altra persona, e quanto poco attenti o distratti siamo stati noi. E se invece di una sola ora dall’analista, ci si ritrovasse a vivere la vita nel corpo dell’altro? Mi sono chiesto come restituire la credibilità che volevo il film avesse, pur partendo da uno spunto immaginifico. Ho sempre pensato, sin dalla prima lettura del copione, che l’elemento trainante e “sorprendente” potesse essere quello di raccontare questa storia utilizzando un registro realistico, vicino ai personaggi, sincero. Allora ho unito i diversi elementi, lasciando gli attori liberi di vivere questa esperienza, costruendo attorno a loro un mondo stratificato che raccontasse la loro vita non solo presente, ma anche passata. Trasformare quindi un film “supernatural”, in un film sulle relazioni, sulla crisi, sull’amore che muore e rinasce attraverso la scoperta dei punti di vista reciproci. In sostanza utilizzare il genere per creare una romantic comedy, così come faceva intelligentemente il testo. È stato fatto ovviamente un lavoro sui corpi, sulle espressioni, sui caratteri dei personaggi. Pierfrancesco e Kasia si sono studiati, si sono “assorbiti” vicendevolmente, facendo in modo che quello spirito di libertà iniziale, quel sentirsi per la prima volta nel corpo dell’altro, divenisse l’anima del film. Questo perché ovviamente nessuno può sapere -con certezza- come si sentirebbe se diventasse improvvisamente suo marito, o viceversa sua moglie. Ho quindi costruito un mondo di colori, ambienti, spazi e oggetti che raccontasse questi personaggi, e contemporaneamente fosse per me lo stimolo per raccontare visivamente questa storia. Fortunatamente ho avuto due “mostri ” che si sono prestati al gioco, e allora è diventato tutto più facile. Kasia e Pierfrancesco, due veri fuoriclasse, due professionisti di cui è facile innamorarsi, che hanno qui l’occasione di divertirsi e di divertire, sorprendersi e sorprenderci.
Andrea e Sofia sono due pietre che rotolano, l’uno nei panni dell’altra, creando solo disastri. Ma avranno modo di ripensare al loro amore che sembra ormai finito. Un’occasione unica per capirsi profondamente e ritrovare la perduta armonia. Questo perché tutti sbagliamo, soprattutto in amore: passata la sbornia iniziale si desidera che l’altro sia a nostra immagine e somiglianza. La persona amata deve essere perfetta, ma questa perfezione non esiste. E allora si litiga, si torna insieme, ci si separa nuovamente, ma c’è sempre il rischio di non capirsi fino in fondo. Basterebbe solo amare la persona così com’è, non come si vuole che sia. Ma riusciamo a capire com’è, davvero? E se non ci riusciamo, quale avventura potremmo vivere per riuscirci? Un film realistico che parte da uno spunto di pura fantasia, ma un film prima di tutto sull’amore. L’accettare le incompatibilità come una vittoria, non come una sconfitta o un compromesso. Un film inverosimile, ma reale. Reale e comico. Un film demodé, ma moderno, elegante ma sgangherato, il bello del cinema è anche questo. Non dover rispettare rigide regole, avventurarsi in un genere non propriamente riconoscibile, dove il pubblico può divertirsi ma anche credere a quello che sta vedendo. Credere alla storia di due persone che sono entrate l’una nel corpo dell’altra. Solo per due ore, senza prendersi troppo sul serio.