Blackout Love nasce dal desiderio di raccontare l’amore moderno e di farlo dagli occhi di un personaggio femminile anticonvenzionale rispetto agli stereotipi della donna.
Una rom-com a ruoli invertiti, finalmente una donna al centro della vicenda, con le proprie paure, insicurezze e però soprattutto con la propria forza e coraggio, perché credo sia arrivato il momento di raccontare anche questi aspetti del femminile.
La storia che ho immaginato mi tocca da vicino, come autrice donna in Italia mi sono trovata spesse volte in situazioni in cui viene dato per scontato che io sia interes- sata esclusivamente al racconto del “femminile”, come se si trattasse di un sottogenere di storie che spazia dalla lotta per la parità a una letteratura rosa alla Sex and the City o una commedia romantica con il principe azzurro…
Non mi rispecchio in questo paradigma, e oltretutto credo che anche il maschile sia in crisi e in cerca di una nuova identità. Per questo ho scelto di raccontare questa storia, non perché devo in quanto autrice donna ma perché è il
mio compito in quanto autore raccontare la società che ho intorno e il cambiamento dei ruoli e dei sentimenti, e voglio farlo in maniera molto diversa dalle storie che abbiamo visto finora.
Valeria, la protagonista del film, con la propria fierezza e immaturità emotiva, ingloba al suo interno gli stereotipi del maschile tanto quanto quelli del femminile. E lo stesso fa Marco, che vive dentro alla bolla di sapone del proprio ego smisurato ma fragilissimo.
Per non parlare della coppia di Silvia e Fabrizio, che vanno a fotografare l’evoluzione della famiglia 2.0 in gra- do di vivere con naturalezza una donna in carriera e un mammo machissimo.
E a proposito di novità, tengo molto al personaggio di Rosemary, perché credo che l’amore, e il sesso, sia un diritto ad ogni età. Rosemary infatti è una donna elegante che porta avanti dei valori moderni a cui un po’ tutti dovremmo abituarci: Sì anche una donna ha una vita sessuale e amorosa dopo i 60 e può avere un compagno molto più giovane!
Ovviamente ha i propri scheletri nell’armadio, è stata una madre forse troppo accondiscendente ma lungi dall’esser stata una chioccia.
Insomma è un tornado di amore per la vita e polso d’acciaio, una suocera terribile e allo stesso tempo un’allea- ta preziosa della nostra protagonista. Perché in un certo senso Rosemary è una donna risolta che impara ad accettarsi e nel film, con leggerezza, ironia e “due palle così” affronterà suo figlio, facendo in un certo senso il proprio “coming out”.
Blackout love però non racconta solamente lo Yin e Yang dei ruoli di genere.
La storia d’amore tra Marco e Valeria, e gli errori che hanno compiuto e compiono nel film, porta infatti in scena un altro importantissimo tema: il problema dei sentimenti in un mondo arido e vendicativo.
Uomini e donne non sono mai stati tanto in guerra come nel 2020, sui social tanto quanto nella camera da letto, e le conseguenze di questi bombardamenti emotivi le stia- mo iniziando a vedere.
La società del più furbo, del più cinico e del vincente contro il perdente ha contagiato le generazioni più giovani. Una volta si diceva “fate l’amore non fate la guerra”, adesso anche l’amore è diventato una guerra.
Quello che accade ai protagonisti è in questo senso rivoluzionario, perché solamente grazie all’amnesia di Mar- co, un po’ una “macchina del tempo”, hanno l’occasione di tornare sui propri passi e rivivere le tappe della via crucis del loro rapporto, una sorta di Marriage story al contrario, un Cluedo emotivo alla ricerca del colpevole che ha rovi- nato tutto, il partner da punire.. per poi scoprire appunto che in amore si vince insieme o si perde tutti e due.
E per questo per il film ho scelto un look retrò, senza tempo e fuori dal tempo, che non invecchi tra qualche anno come non invecchieranno le paure e gli amori che ci portiamo appresso mentre diventiamo grandi.